Il Strix leptogrammica è uno dei rapaci notturni più belli ed interessanti esaminati finora.
Mentre di giorno riposa e digerisce stando immobile e ben mimetizzato tra la vegetazione in cui vive, di notte, nell’oscurità, caccia affidandosi alla vista eccellente e all’udito sopraffino.
È dotato, infatti, di enormi occhi capaci di vedere anche con pochissima luce. Situati nella parte anteriore della testa, e non ai lati come molti altri uccelli, i suoi grandi occhi marroni sono fissi e quindi, questi uccelli, come le civette e i gufi, devono muovere l’intera testa per spostare lo sguardo. La testa è in grado di ruotare di ben 270 gradi sul proprio asse.
Nonostante vedano in bianco e nero, in quanto il colore non è necessario alla visuale notturna, la sua vista è circa 100 volte migliore di quella umana in condizioni di scarsa illuminazione: infatti, la vista si è adattata all’oscurità della notte per poter catturare le sue prede sia volando in perlustrazione che stando posati.
Generalmente, non costruisce dei veri e propri nidi, ma si rifugia e depone le uova, a circa 4-7 mt da terra, in tronchi cavi, in cavità di rocce o, addirittura, usa nidi abbandonati da corvidi o altri uccelli che non si cura nemmeno di riparare.
Gli strigiformi, solitamente, formano coppie stabili e rimangono per tutto l’anno nella stessa zona, spostandosi solo se il cibo scarseggia.
Come quasi tutti i rapaci, la femmina accudisce i piccoli, mentre il maschio procura il cibo.
Non potendo masticare le sue prede, nonostante possegga un becco adunco che gli consente di strappare il cibo in brandelli, ingoia le prede intere. Dopo qualche ora, si raccolgono nello stomaco ossa, peli, penne, zampe ed altre parti indigeribili e formano delle piccole palline, lunghe qualche cm, che successivamente vengono “rigurgitate”, le cosiddette “borre”. In genere, emettono una borra di notte ed una di giorno, stando sui loro posatoi.
Per comunicare con i suoi compagni o per marcare il territorio, l’allocco bruno emette dei rumori acuti e stridenti.