Il Camelus bactrianus è una delle specie più grandi dell’ordine degli Artiodattili e si distingue dal suo parente più stretto, il dromedario, per la presenza di due gobbe sul dorso. Si pensa, erroneamente, che esse siano delle riserve di acqua, ma in realtà non sono altro che una riserva di grasso, da cui ricavano l’energia necessaria quando il cibo scarseggia. Ogni gobba contiene circa 36 kg di grasso e questo gli permette di stare molti giorni senza mangiare.
Il cammello ha la capacità di resistere per lunghi perodi senza cibo ed acqua producendo delle urine molto concentrate e riducendo la traspirazione.
Non appena trova una disponibilità di acqua, anche salata o salmastra, riesce a bere e ad immagazzinare fino a 120 lt in soli 10 minuti.
Ha la capacità, inoltre, di trasportare carichi fino a 450 kg e può percorrere fino a 50 km al giorno senza mai fermarsi ad un’andatura particolarmente lenta: 4 km/h.
A differenza dei dromedari, i cammelli hanno una pelliccia molto folta e lanosa: la perdono d’estate, mentre d’inverno cresce, in quanto si sono adattati ad ambienti estremi con temperature che variano dai -20° C ai + 50° C.
Un’altra particolarità sono i suoi zoccoli, che gli consentono un’ottima adesione a terreni particolarmente pendenti o per non sprofondare nella sabbia.
Per proteggersi dalle intemperie (bufere di vento o sabbia), il cammello ha evoluto particolari accorgimenti: il sopracciglio folto, una doppia linea di ciglia, le orecchie protette dal pelo e la capacità di chiudere ermeticamente le narici e la bocca.
Il termine scientifico bactrianus deriva da Carlo Linneo, scientifico svedese del 18° secolo, il quale lo riteneva originario della Battriana, una regione fra l’Afghanistan e l’Uzbekistan.