I Gibboni sono noti per la loro forma di locomozione, detta brachiazione. Essi si spostano da un albero all’altro aggrappandosi con le mani sui rami degli alberi, mentre gli arti inferiori vengono tenuti flessi sul tronco. Il caratteristico movimento dondolante permette di conservare l’energia usando il corpo come un pendolo e di arrivare alla velocità di 50 km/h. Hanno inoltre la capacità di spostarsi a terra sui due piedi e anche di camminare stando in equilibrio sui rami degli alberi.
Vivono in coppie monogame, i maschi e le femmine restano insieme per tutta la vita e sono territoriali, quindi allontanano altri individui della stessa specie dal loro territorio. I giovani restano con i genitori fino a quando sono maturi sessualmente, intorno agli otto anni di età. La vita media in natura è di circa 25 anni, mentre in cattività raggiunge i 30 anni. I Gibboni producono elaborati modelli di vocalizzazione, che variano tra le diverse specie e tra maschio e femmina.
I giovani maschi attirano la futura compagna emettendo degli assoli, quando si costituisce la coppia i vocalizzi del maschio e della femmina si combinano: essi ripetono alcuni modelli costanti e il risultato è un vero e proprio duetto. A questi canti sono state attribuite diverse funzioni, per lo più legate al controllo del territorio, al consolidamento dei legami familiari e all’espressione dello “stato d’animo” dell’individuo. Se è vero che ogni individuo ha il suo caratteristico richiamo, è vero anche che è possibile distinguere un caratteristico ‘accento’ legato alla regione geografica di appartenenza.
Molte piante della foresta dipendono dai Gibboni per la loro dispersione: essi infatti ingeriscono i semi interi e li rilasciano lontano dalla pianta d’origine.
Il Gibbone dalle mani bianche è minacciato di estinzione a causa della distruzione degli habitat e della caccia, dovuta al consumo della sua carne e alla vendita nel mercato nero dei cuccioli come animali da compagnia.